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Da Rubens a Maratta: sono questi i termini di un percorso dedicato alla pittura del Seicento che, partendo da Osimo, si muove nell'area centro settentrionale della Marca Pontificia. Se la precoce venuta di alcune opere di Rubens anticipa la teatralità del Barocco, negli anni venti e trenta del XVII secolo impera il naturalismo addomesticato testimoniato dalle tele di Baglione, Gentileschi, Spada, Manfredi e Vouet, mentre negli anni centrali la committenza locale si rivolge ai maggiori pittori bolognesi - Domenichino, Lanfranco, Reni e Guercino - chiamati a prestare la propria opera da influenti mecenati è illustri prelati arrivati da Roma a reggere le sedi vescovili di Loreto e Osimo. I rapporti con l'Urbe, favoriti dalla lunga presenza nel territorio dei cardinali Francesco e Antonio Barberini, furono fondamentali per la formazione di Maratta, che seppe conquistarsi l'ammirazione di pontefici, collezionisti, intenditori d'arte italiani e stranieri, conciliando nelle sue meravigliose creazioni la retorica del Barocco con l'elegante compostezza del Classicismo.